31-7-2016
XI DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Ascolta, Signore, il povero che t’invoca
Introduzione
Nell’episodio della vigna di Nabot – presentato dalla liturgia di questa Domenica – è descritta la storia dell’umanità tutta, quando si lascia vincere dall’avidità, dalla vanità, dal sopruso e dalla menzogna. È una vicenda che si ripete lungo la storia della salvezza e, troppo spesso, caratterizza anche la nostra esistenza quotidiana. L’attaccamento eccessivo alle ricchezze e ai beni materiali ci rende incapaci di riconoscere le necessità di quanti condividono il nostro stesso cammino, soffocando la libertà del cuore e offuscando la nostra fraternità. L’autentico discepolo è chiamato a vivere la stessa carità del Signore, per essere testimone del dono ricevuto nella fede.
MESSA NEL GIORNO
RITI DI INTRODUZIONE
ALL’INGRESSO Sal 26 (27), 7-9a
Signore, ascolta la mia voce! Di te il mio cuore ha detto: «Cerca il suo volto!». Io cercherò il tuo volto, Signore; non ti celare mai!
ATTO PENITENZIALE
Fratelli e sorelle, con fede, apriamo il nostro spirito al pentimento e, per essere meno indegni di accostarci alla mensa del Signore, riconosciamoci peccatori e bisognosi di salvezza
(pausa di silenzio)
Tu che ci hai amato e hai dato te stesso per noi: Kyrie, eléison.
Kyrie, eléison.
Tu che sei il difensore dei poveri e il rifugio dei deboli: Kyrie, eléison.
Kyrie, eléison.
Tu che giustifichi nella fede che opera per mezzo della carità: Kyrie, eléison.
Kyrie, eléison.
Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni e nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen.
GLORIA
Gloria a Dio…
ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA
Dio onnipotente ed eterno, crea in noi uno spirito generoso e fedele perché possiamo servirti con cuore puro e leale. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
LETTURA 1Re 21, 1-19
La vigna di Nabot.
Lettura del primo libro dei Re.
In quei giorni. Avvenne questo episodio. Nabot di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino al palazzo di Acab, re di Samaria. Acab disse a Nabot: «Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante con la mia casa. Al suo posto ti darò una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale». Nabot rispose ad Acab: «Mi guardi il Signore dal cederti l’eredità dei miei padri».
Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: «Non ti cederò l’eredità dei miei padri!». Si coricò sul letto, voltò la faccia da un lato e non mangiò niente. Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: «Perché mai il tuo animo è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?». Le rispose: «Perché ho detto a Nabot di Izreèl: “Cedimi la tua vigna per denaro, o, se preferisci, ti darò un’altra vigna” ed egli mi ha risposto: “Non cederò la mia vigna!”». Allora sua moglie Gezabele gli disse: «Tu eserciti così la potestà regale su Israele? Àlzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la farò avere io la vigna di Nabot di Izreèl!».
Ella scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot. Nelle lettere scrisse: «Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini perversi, i quali l’accusino: “Hai maledetto Dio e il re!”. Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia». Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedito. Bandirono un digiuno e fecero sedere Nabot alla testa del popolo. Giunsero i due uomini perversi, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: «Nabot ha maledetto Dio e il re». Lo condussero fuori della città e lo lapidarono ed egli morì. Quindi mandarono a dire a Gezabele: «Nabot è stato lapidato ed è morto». Appena Gezabele sentì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad Acab: «Su, prendi possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di dartela in cambio di denaro, perché Nabot non vive più, è morto». Quando sentì che Nabot era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderne possesso.
Allora la parola del Signore fu rivolta a Elia il Tisbita: «Su, scendi incontro ad Acab, re d’Israele, che abita a Samaria; ecco, è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderne possesso. Poi parlerai a lui dicendo: “Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi!”. Gli dirai anche: “Così dice il Signore: Nel luogo ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue”».
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio
SALMO Sal 5
Ascolta, Signore, il povero che t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. Sii attento alla voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. R.
Tu non sei un Dio che gode del male, non è tuo ospite il malvagio; gli stolti non resistono al tuo sguardo. R.
Tu hai in odio tutti i malfattori, tu distruggi chi dice menzogne. Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. R.
EPISTOLA Rm 12, 9-18
Presso i credenti regni la carità e la pace.
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO Cfr Lc 8, 15
Alleluia. Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.
VANGELO Lc 16, 19-31
Il ricco e il povero Lazzaro.
Lettura del Vangelo secondo Luca.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Parola del Signore.
Lode a te, o Cristo
DOPO IL VANGELO Sal 78 (79), 13
Noi, tuo popolo e gregge che tu pasci,
ci affideremo sempre solo a te,
annunzieremo in eterno le tue lodi.
PREGHIERA UNIVERSALE
Fratelli e sorelle, animati da carità sincera, eleviamo la nostra unanime preghiera a Dio, principio di ogni bontà e bellezza.
Ascoltaci, Signore.
Per la Chiesa, perché si allontani da ciò che è fuggevole e vano e, con libertà, orienti il prprio cuore ai beni eterni: preghiamo. R.
Per l’umanità intera, perché, abbandonando l’egoismo e la diffidenza del mondo, percorra la via della giustizia, del dialogo e della solidarietà: preghiamo. R.
Per ciascuno di noi, perché, nell’amore sincero per Dio e i fratelli, trovi quanto è essenziale per la vita: preghiamo. R.
A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA
Sostieni, o Dio, il popolo dei credenti con la molteplice azione della tua grazia e preservaci da ogni inciampo del male; non lasciarci mancare mai gli aiuti necessari alla quotidiana esistenza e guidaci alla gioia della dimora eterna. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
LITURGIA EUCARISTICA
PROFESSIONE DI FEDE
Credo in un solo Dio…
SUI DONI
Il mistero che celebriamo sia segno, o Padre, del nostro servizio e della nostra interiore dedizione; fa’ che dia gloria al tuo nome e giovi alla nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta renderti grazie, Dio onnipotente ed eterno.
Da Cristo tuo Figlio e Signore nostro a noi, creature mortali, proviene la vita perenne, e la salvezza del mondo riceve il suo compimento. In lui siamo stati creati, o Padre, a tua immagine e, quando la colpa ebbe offuscato la primitiva bellezza, egli ci ha rinnovato nella dignità originaria. Assiso alla tua destra, effonde ora il dono promesso dello Spirito santo e porta alla perfezione nei cuori l’opera redentrice.
In lui si allietano gli angeli e i santi ed elevano il canto di adorazione e di amore; alla loro voce uniamo con gioia la nostra a proclamare senza fine l’inno di lode:
Santo, Santo, Santo…
ANAMNESI
Mistero della fede.
Annunziamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.
ALLO SPEZZARE DEL PANE Sal 3, 5. 7a
Con la mia voce ho gridato al Signore e dal suo monte santo mi ha ascoltato. Non temerò l’assalto neppure di mille nemici.
ALLA COMUNIONE Sal 32 (33), 18-19
Il Signore veglia sui suoi fedeli e su chi spera nella sua pietà.
Egli li strappa dalla morte e li nutre se hanno fame.
DOPO LA COMUNIONE
Padre di misericordia, che ci hai nutrito generosamente del Pane di vita, ti manifestiamo la nostra riconoscenza e ti imploriamo: la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questa celebrazione, formi e conservi in noi una coscienza pura e sincera. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
RITI DI CONCLUSIONE
Il Signore sia con voi.
E con il tuo Spirito. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.
Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Amen.