25/12/2016

NATALE DEL SIGNORE -Partecipi della vita divina

Messa nel giornoRito Ambrosiano

Introduzione

«Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia»: è l’annuncio al centro della liturgia del Natale, che compie la nostra attesa e infonde una nuova speranza di vita. Nel Mistero dell’Incarnazione siamo resi «familiari» di Dio: egli «è con noi nella nostra natura, è con noi nella sua grazia; con noi nella nostra infermità, con noi nella sua bontà. Con noi nella nostra miseria, con noi nella sua compassione» (Alfredo di Rievaulx). Ogni uomo può trovare in Cristo la luce per il cammino, la fonte della propria gioia, la forza per una testimonianza coraggiosa, il desiderio di un’autentica fraternità, la consolazione alla solitudine del cuore: la sia «indigenza è la mia ricchezza, e la debolezza del Signore è la mia forza» (sant’Ambrogio).

RITI DI INTRODUZIONE

ALL’INGRESSO Cfr  Is 9, 2. 6

Oggi una luce risplende su noi perché è nato il Signore. Ed è chiamato ammirabile consigliere, Dio potente, padre di tutti i secoli, principe della pace.

Il suo regno non avrà fine.

ATTO PENITENZIALE

Fratelli carissimi, il Signore Gesù, con la sua luce, illumina e santifica quanti sono nelle tenebre del mondo e della storia: con fede apriamo il cuore al dono del Padre e riconosciamoci bisognosi del suo perdono.

(pausa di silenzio)

Tu, Figlio di Dio, che sei nato dalla vergine Maria per condividere la nostra esistenza: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Tu, Figlio dell’uomo che sei Principe della pace e Consigliere ammirabile: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Tu, Figlio unigenito del Padre, che sei irradiazione della sua gloria: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Dio onnipotente abbia misericordia di noi perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Amen.

GLORIA

Gloria a Dio, nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre; tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra 

supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo; nella gloria di Dio Padre. Amen.

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA

Preghiamo.

O Dio, che hai consacrato questo giorno con l’incarnazione del tuo Verbo e con la verginale maternità di Maria, concedi di celebrare nella gioia questo mistero che ci fa tuoi familiari e, salvati da questo dono di grazia, rendici degni dell’eredità promessa. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

LETTURA Is 8, 23b – 9, 6a

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; ci è stato dato un figlio, Dio potente.

Lettura del profeta Isaia.

In passato il Signore Dio umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce;

su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.

Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Madian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. 5Perché un bambino è nato per noi, ci è dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio

SALMO Sal 95 (96)

Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore, uomini di tutta la terra.

Cantate al Signore, benedite il suo nome,

annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

In mezzo alle genti narrate la sua gloria,

a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,

risuoni il mare e quanto racchiude;

sia in festa la campagna e quanto contiene,

acclamino tutti gli alberi della foresta. R.

Acclamino davanti al Signore che viene:

sì, egli viene a giudicare la terra;

giudicherà il mondo con giustizia

e nella sua fedeltà i popoli. R.

EPISTOLA Eb 1, 1-8a

Dio, che aveva parlato per mezzo dei profeti, ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Lettera agli Ebrei.

Fratelli, Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato?

E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?

Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri come fiamma di fuoco, al Figlio invece dice: Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO Cfr  Lc 2, 10-11

Alleluia. Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Gesù.

Alleluia.

PRIMA DEL VANGELO Cfr  Lc 2, 14

Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace. Alleluia, alleluia, alleluia.

VANGELO Lc 2, 1-14

La Vergine diede alla luce il suo figlio primogenito; vi erano alcuni pastori: la gloria del Signore li avvolse di luce.

Lettura del Vangelo secondo Luca.

In quei giorni. Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo

DOPO IL VANGELO Cf r  Lc 2, 10-11; 1, 33

Ecco, vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: nella città di Davide oggi è nato per voi un Salvatore. È il Redentore del mondo, e il suo regno non avrà fine.

PREGHIERA UNIVERSALE

Fratelli e sorelle, «con il cuore traboccante di gioia», unia­mo le nostre voci al canto riconoscente degli angeli ed elevia­mo a Dio, Padre onnipotente, le nostre umili preghiere.

Ascoltaci, Signore!

Per la Chiesa, che celebra nella gioia la nascita di Cristo, perché sia nel mondo segno efficace dell’amore e della tene­rezza del Padre: preghiamo. R.

Per l’umanità intera, perché il Natale del Signore susciti nei cuori sinceri desideri di amore e autentici progetti di pa­ce: preghiamo. R.

Per noi, perché, contemplando nel presepe l’umiltà del Re del cielo, sappiamo rinnovare il nostro impegno a servizio dei fratelli che vivono nella prova e nella solitudine: preghiamo. R.

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA

O Dio, che in modo mirabile ci hai creato a tua immagine e in modo ancor più mirabile ci hai rinnovato e redento, donaci di essere partecipi della vita divina di Cristo tuo Figlio che ha voluto condividere con noi la condizione di uomo, e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

LITURGIA EUCARISTICA 

PROFESSIONE DI FEDE

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,

(Alle parole «e per opera dello Spirito Santo… si è fatto uomo», se possibile, ci si genuflette.)

e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. 

SUI DONI

In questo giorno festoso in cui hai dato al mondo il tuo Figlio accogli la nostra offerta, o Padre clemente, e con la tua bontà senza fine, per questo salvifico scambio di doni, conformaci sempre più a Cristo che ha innalzato l’uomo accanto a te nella gloria, e vive e 

regna nei secoli dei secoli.

Amen.

PREFAZIO

È veramente cosa buona e giusta, renderti grazie, o Padre di misericordia infinita.

Il tuo Figlio unigenito fu concepito da Maria che divenne madre e rimase vergine intatta. Ella credette alla parola dell’angelo e concepì il Verbo in cui aveva creduto. La sua integrità rimase tanto illibata che madre della verginità la possiamo proclamare. Beato il grembo santo della vergine Maria, che tra tutte le donne sola meritò di portare il Signore del mondo e di darlo alla luce per la nostra salvezza eterna.

Gioisca oggi tutto l’universo, gioiscano le schiere innumerevoli degli angeli mentre a loro ci uniamo nell’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo… 

ANAMNESI

Mistero della fede.

Annunziamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.

ALLO SPEZZARE DEL PANE

Grande è il mistero di salvezza:

Vergine è colei che ha generato,

e il figlio di una donna è uomo e Dio.

È il Creatore di tutte le cose,

è il Signore della sua stessa madre.

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli,…….. 

ALLA COMUNIONE

Gioisci, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei l’esultanza degli angeli, sei la Vergine madre, la gioia dei profeti!

Tu, per l’annunzio dell’angelo, generasti la gioia del mondo, il tuo Creatore e Signore.

Gioisci perché fosti degna di essere madre di Cristo.

DOPO LA COMUNIONE

Preghiamo.

A noi, che celebriamo gioiosi il giorno della nascita del tuo Figlio unigenito, dona, o Dio, di intuire con fede più penetrante la bellezza salvifica di questo mistero e di possederne la grazia con amore più vivo. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

RITI DI CONCLUSIONE

Il Signore sia con voi.

E con il tuo Spirito. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

(oppure si può usare la forma solenne)

Benedizione solenne

Iddio di immensa bontà, che ha rischiarato le tenebre del mondo con l’incarnazione di Cristo, suo Figlio, e nella sua gloriosa nascita ha inondato di luce questo giorno santissimo, allontani da voi le tenebre del male e vi illumini con la luce del bene.

Amen.

Iddio, che mandò gli angeli a recare ai pastori il lieto annunzio del Natale, vi riempia della sua gioia e vi faccia annunciatori del suo vangelo.

Amen.

Iddio, che nel suo Figlio fatto uomo ha congiunto la terra al cielo, vi riempia della sua pace e del suo amore e vi renda partecipi dell’assemblea dei santi.

Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su voi e con voi rimanga sempre.

Amen

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Commento su Is 8,23b – 9,6a; Eb 1,1-8a; Lc 2,1-14

don Raffaello Ciccone

Natale del Signore – messa nel giorno

Isaia. 8, 23b – 9, 6a

La via del mare, famosissima, percorsa da carovane, eserciti e commercianti, collegava l’Egitto, a sud, con la Mesopotamia a nord, passando attraverso il territorio di Zàbulon e di Nèftali, a settentrione d’Israele. E questa strada era la vena del sangue infetto, che sconvolgeva le regioni che attraversava, travolte da sconvolgimenti politici e militari, invasioni e distruzioni. Era la terra dove ancora si mescolavano popolazioni ebraiche e popolazioni dalla religione deforme, tra la legge dei profeti e le idolatrie pagane, mantenute dallo stanziamento, nel secolo VIII, delle popolazioni pagane assire. Era la terra del disfacimento e delle tenebre, sconvolta, senza speranza. Il profeta annunciò, inaspettato, un presagio nuovo ed un sogno inimmaginabile. Un nuovo re, discendente da Davide, sarebbe nato ed avrebbe portato la luce nuova.

Il profeta stava puntando gli occhi sul re del regno di Giuda: Ezechia che regnava, libero ancora da invasioni, a cui sarebbe nato tra poco un figlio: Giosia. Il profeta glielo aveva promesso come dono di Dio. Egli avrebbe liberato tutto il popolo, da nord a sud come al tempo di Davide.

Due sono le tragedie che vengono denunciate: il lavoro rubato e la schiavitù.

Non ci saranno più eserciti che ti rapineranno del raccolto o te lo bruceranno

Ritorneranno i campi a fiorire e a far frutti: nella pace si coltiverà, si seminerà e si raccoglierà. Saranno tempi in cui seminerai sereno e raccoglierai senza timore. E per raccontare la gioia che sarebbe esplosa, il profeta ricordò l’entusiasmo del mietere, quando si toccava con mano l’abbondanza.

Insieme cadrà anche la schiavitù. Vengono ricordate tre parole: “il giogo, la sbarra ed il bastone”. Verrà un tempo in cui il popolo diventerà libero: spezzerà il giogo, frantumerà la sbarra di legno o di ferro che portavano sulle spalle gli schiavi e i deportati, per incatenare gli uni agli altri; e non ci sarà più il bastone che spaccava le ossa dei sottoposti. Il bastone dell’aguzzino sarà abbandonato come al tempo di Madian quando Gedeone vinse i Madianiti (Gdc 7, 16-25).

E ci saranno i fuochi che bruceranno calzature e mantelli insanguinati. Il fuoco purificatore frenerà gli eserciti, non si sentirà più il rumore assordante delle calzature chiodate: non si muoverà più un esercito contro il popolo di Dio poiché non si è mai visto un esercito vincitore scalzo. E non si

aggireranno i violenti con mantelli insanguinati, segno della prepotenza, della dissacrazione della vita, della lontananza da Dio.

E’ nato un bambino: Il mondo nuovo incomincia con i bambini che portano nuova sapienza. Avrà sulle spalle il segno della sovranità (il contrario del giogo) e avrà quattro titoli: “Consigliere ammirabile” (come Salomone), “Dio potente” (come Davide strumento delle vittorie di Dio), ” Padre per sempre” (per la ricerca del benessere del popolo), “Principe della pace” ( garante di ogni libertà da ogni potenza straniera). Purtroppo, però, con la nascita del figlio di Ezechia: Giosia, non accadde nulla. Gli assiri hanno continuato a dominare al nord ed Ezechia non si mosse da Gerusalemme.

Dio interviene quando vuole, non si mescola con le guerre e le dominazioni. Così gli imperi e gli eserciti si moltiplicano ma il sogno di Dio è la fine delle marce militari e la distruzione dei vestiti della guerra.

Eppure la profezia non si perse. venne catalogata tra le speranze del nuovo Messia e avvererà dopo circa 750 anni, con la nascita di Gesù.

Il compito di una lavoro sereno e fruttuoso, come dono per tutti, e il coraggio della pace e della giustizia furono portati da Gesù e affidati nei secoli al suo popolo cristiano perché il mondo si aprisse alla convivenza tra le genti.

Eb 1,1-8a

Si chiama “lettera agli Ebrei” ma non è una lettera, come quelle di Paolo. E’ piuttosto una lunga riflessione-omelia inviata al popolo di Dio che si è convertito a Cristo e che deve approfondire il significato della Parola di Dio ereditata dai padri e dai profeti. Essa si pone in confronto con Gesù, il Figlio. In questo documento Gesù è detto sommo sacerdote e colui che sintetizza, nella sua vita e nella sua vocazione, tutto il messaggio del Padre.

Dio ha parlato in molti modi, e la coscienza credente, immediatamente, fa riferimento alla creazione, la cui bellezza e bontà esprimono la grandezza e la bellezza del Signore. Chi non sa leggere questo splendore è chiamato “stolto” perché si è fermato alla superficie delle cose e degli avvenimenti della natura, scambiandoli per divinità, è infelice poiché non va alla ricerca del senso completo della realtà (Sapienza 13,1-3).

Ma poi il popolo ha avuto la rivelazione attraverso i profeti (v 1) e il Signore ha espresso con grande attenzione ed abbondanza la sua parola perché il popolo, per la sapienza dei padri, si rendesse conto della delicatezza e della premura di Dio.

Ultimamente Dio ha mandato il suo Figlio, già misteriosamente presente, se “mediante il quale ha fatto anche il mondo” (v 2). Mentre lo svela nella sua umanità, l’autore non si preoccupa di sviluppare oltre la sua riflessione sul Figlio dicendolo uomo (per le prime comunità era un fatto scontato), ma è attento a richiamare l’identità della stessa natura sia del Figlio che del Padre, e tuttavia chiarisce la distinzione del Figlio dal Padre. Perciò nella testimonianza e nella parola di Gesù, il Figlio, c’è la garanzia della pienezza della conoscenza di noi suo popolo e il nostro cammino verso il Padre. Siamo in compagnia del Figlio che, prima ci purifica dal male (e viene adombrato il sacrificio del nuovo eterno sacerdote) (v 3), ma insieme, per la sua grandezza di Figlio che giudica il male ed il mondo, addirittura superiore agli angeli, ci eleva, come suo popolo, ad altezze vertiginose.

Abbiamo letto una presentazione teologica del Natale, mentre il vangelo di Luca ci racconta e insieme ci anticipa in sintesi la vicenda avventurosa del Figlio di Dio tra noi. Disarmato, piccolo tra i piccoli e povero tra i poveri, lo incontreranno coloro che non riscuotono onore e rispetto e sono i lavoratori della notte, pastori disprezzati e lontani dal tempio. Ci saranno anche gli angeli ma il loro compito sarà quello di aiutare a rileggere e a svelare il mistero di chi non riesce neppure a trovare un alloggio decente per nascere, ma sarà adagiato nella mangiatoia di una stalla (Lc2,7). Gli angeli cantano “Gloria a Dio e pace agli uomini che egli ama” e si svela la scelta universale che Dio fa di tutti noi, siamo buoni o peccatori. E’ il messaggio della speranza per tutti: capovolge le lacerazioni ma è anche l’inizio di una conversione del cuore.

Luca2, 1-20.

Natale del Signore. Quante parole, quante riflessioni religiose abbiamo sentito nei natali della nostra vita! Alcune particolarmente significative, altre meno.

Oggi mi fanno pensare alcune parole:

– Nascita. Il Natale è una nascita, e una nascita è un venire alla luce; se poi ci riferiamo alla nascita di Gesù, dovremmo sottolineare fortemente che è una nascita per una liberazione, per una salvezza, per una novità di vita, che è speranza, che è promessa.

– Non c’è posto. Ci fa pensare a tutte le emarginazioni lontane e vicine, a tutte le esclusioni, di cui siamo complici anche noi, a tutte le forme (e possono essere anche ineccepibili e corrette), a giustificazioni con cui scacciamo dalla mente chi ci è molesto .

– Grande gioia. È la contrapposizione del dolore e nasce appunto da un bimbo avvolto in fasce; come a dire che occorre chinarsi e rifarsi sempre, anche nei momenti di buio e di angoscia, sulla possibilità di vita suscitata dal sorriso o dal pianto di chi comincia a vivere, ad essere nella luce, di chi si è abituato a trascurare, senza capire che magari è portatore di cambiamento.

– Non temete. La paura paralizza, blocca ogni vitalità, ogni fermento, ogni partecipazione; getta nell’inerzia e insinua nella vita germi di morte.

Dobbiamo sempre cercare il “segno” di un bambino che nasce, perché è segno di resurrezione, di qualcosa che può diventare prezioso e importante, perché è stato concepito dall’amore di Dio. L’augurio è di farne memoria nel nostro cuore e di trasformare in sorriso ogni tentazione di lamentela.

don Raffaello Ciccone e Teresa Ciccolini (Vangelo)

Tratto da Qumran2.net