11-03-2018

IV DI QUARESIMA -Domenica del Cieco nato

Signore, nella tua luce vediamo la luce

Anno B – Rito Ambrosiano

Introduzione

«Amiamo la luce e la giustizia, camminiamo come nel giorno. Miriamo a far risplendere le nostre azioni al cospetto di Dio»: è il desiderio che suscita in noi la liturgia di questa Domenica. La guarigione del Cieco nato è immagine della «splendida illuminazione» che abbiamo ricevuto nel fonte battesimale e invito a vivere, con coerenza e gratitudine, gli impegni assunti con il sacramento del Battesimo: «Questa infatti è volontà di Dio, la nostra santificazione». Facciamo quindi nostra la stessa professione di fede del «mendicante guarito»: «Credo, Signore». Chiediamo non solo la vista degli occhi del corpo, ma anche quella del cuore, per accogliere il Signore, sorgente della luce e della verità, e rimanere fedeli alla sua Parola di salvezza: «Signore, da’ luce ai miei occhi; con la tua luce illumina il mio cuore».

 MESSA NEL GIORNO

 RITI DI INTRODUZIONE

ALL’INGRESSO                  Cfr  Sal 12 (13), 4-5

Signore, da’ luce ai miei occhi perché non mi addormenti nella morte; perché l’avversario non dica: «Sono più forte di lui». Tu che hai aperto gli occhi al cieco nato, con la tua luce illumina il mio cuore perché io sappia vedere le tue opere e custodisca tutti i tuoi precetti.

 

ATTO PENITENZIALE

Fratelli e sorelle, al Signore Gesù, che solo può illuminare la nostra esistenza, affidiamo il nostro sincero pentimento: con fiducia, riconosciamoci tutti peccatori e bisognosi della sua infinita misericordia.

(Pausa di silenzio)

Tu che nel battesimo ci hai reso figli di Dio: Kyrie,eléison.                       Kyrie, eléison.

Tu che susciti e sostieni la nostra fede: Kyrie, eléison.                             Kyrie, eléison.

Tu che sei vita e luce dei credenti: Kyrie, eléison.                                   Kyrie, eléison.

Dio onnipotente abbia misericordia di noi perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.                                            Amen.

Non si dice il Gloria.

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA

Preghiamo.

O Dio, tra le tue opere più mirabili è la rigenerazione dell’uomo; rendi vana l’azione del Tentatore e spezza le catene mortali del peccato perché sia distrutta l’invidia che ci ha perduto e vinca l’amore che ci ha salvato. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.                                         Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

LETTURA                               Es 33, 7-11a

Dio parla faccia a faccia con Mosè nella tenda del convegno.

Lettura del libro dell’Esodo.

In quei giorni. Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, a una certa distanza dall’accampamento, e l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell’accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore. Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: seguivano con lo sguardo Mosè, finché non fosse entrato nella tenda. Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè. Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda, e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda. Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico.

Parola di Dio.             Rendiamo grazie a Dio

 SALMO                                 Sal 35 (36)

Signore, nella tua luce vediamo la luce.

Signore, il tuo amore è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi, la tua giustizia è come le più alte montagne, il tuo giudizio come l’abisso profondo: uomini e bestie tu salvi, Signore. R.

Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio! Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali, si saziano dell’abbondanza della tua casa: tu li disseti al torrente delle tue delizie. R.

È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. Riversa il tuo amore su chi ti riconosce, la tua giustizia sui retti di cuore. R.

 

EPISTOLA                            1Ts 4, 1b-12

Trattate il vostro corpo con santità e rispetto.

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi.

Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito.

Riguardo all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo lo fate verso tutti i fratelli dell’intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, a progredire ancora di più e a fare tutto il possibile per vivere in pace, occuparvi delle vostre cose e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato, e così condurre una vita decorosa di fronte agli estranei e non avere bisogno di nessuno.

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

 

CANTO AL VANGELO               Cfr  Gv 8, 12

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;

chi segue me avrà la luce della vita.

Lode e onore a te, Signore Gesù!

 

VANGELO                             Gv 9, 1-38b

Il cieco nato.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

Gloria a te, o Signore

In quel tempo. Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Siloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Siloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco;  ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».

Parola del Signore.            Lode a te, o Cristo

 

DOPO IL VANGELO

Mediterò su tutte le tue opere, ricorderò le tue meraviglie. O Dio, le tue vie sono sante, tu compi i prodigi. Spezza, Signore, le catene ai prigionieri e fa’ che i ciechi vedano; Signore, solleva chi soffre.

 

PREGHIERA UNIVERSALE

Carissimi, presentiamo le nostre suppliche a Cristo, vera «Luce del mondo», perché rischiari le tenebre dei nostri cuori.

Illumina, Signore, i nostri cuori!

Per la Chiesa che, in questo tempo santo, si rinnova nella fede e nella carità: ti preghiamo. R

Per i fratelli che non credono e per i cristiani che si trovano nel dubbio: ti preghiamo. R

Per le scuole cattoliche e per tutte le scuole italiane, perché sappiano accompagnare in modo sereno e fecondo la crescita delle nuove generazioni: ti preghiamo. R

Per noi tutti, chiamati a camminare in santità di vita: ti preghiamo. R

 

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA

Accogli con bontà, o Dio onnipotente, la nostra preghiera e soccorri i tuoi fedeli con le risorse molteplici della tua misericordia, perché tutti i redenti siano serbati dalla tua provvidenza alla speranza della vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

LITURGIA EUCARISTICA 

PROFESSIONE DI FEDE

Nel cammino quaresimale siamo chiamati a riscoprire la fonte della nostra vita cristiana: proclamiamo ora il Simbolo degli Apostoli, sintesi della fede che ci è stata trasmessa il giorno del nostro Battesimo.

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio; nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica,  la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

 

SUI DONI

Questi misteri della nostra redenzione ci trattengano, o Dio, da ogni umano smarrimento e ci guidino sulle vie della salvezza. Per Cristo nostro Signore.                   Amen.

 

PREFAZIO

È veramente giusto e fonte di salvezza ringraziarti, o Padre, e con tutti i nostri sensi renderti gloria perché hai lavato la cecità di questo mondo e ai nostri occhi ottenebrati hai fatto risplendere la luce vera, quando – prodigio inaudito – hai ridato la vista al cieco nato. Nel mendicante guarito è raffigurato il genere umano prima nella cecità della sua origine e poi nella splendida illuminazione che al fonte battesimale gli viene donata.

Per questo segno della tua misericordia, con tutte le schiere celesti, cantiamo senza fine l’inno della tua lode:   Santo, Santo, Santo…

 

ANAMNESI

Mistero della fede.

Tu ci hai redento con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo

 

ALLO SPEZZARE DEL PANE

Fratelli, amiamo la luce e la giustizia, camminiamo come nel giorno. Miriamo a far risplendere le nostre azioni al cospetto di Dio.

 

ALLA COMUNIONE

«Venite, mangiate il mio pane – dice il Signore – bevete il vino che vi ho preparato e abbiate la vita». Donaci, Signore Gesù, la manna nascosta e non escluderci dal libro della vita.

 

DOPO LA COMUNIONE

Preghiamo.

A noi che abbiamo diviso lo stesso Pane di vita concedi, o Padre di tutti, di aprirci all’amore reciproco e di aiutarci a vicenda come membra di un unico corpo. Per Cristo nostro Signore.                                     Amen.

 

RITI DI CONCLUSIONE

Il Signore sia con voi.

E con il tuo Spirito. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e

Spirito Santo.

Amen.