05/03/2017

DOMENICA ALL’INIZIO DI QUARESIMA -Misericordioso e pietoso è il Signore

Anno A – I di QuaresimaRito Ambrosiano

 Introduzione

«Lasciatevi riconciliare con Dio […]. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!»: è l’invito che apre e sostiene il grande itinerario quaresimale. La Chiesa ambrosiana inizia oggi, «con animo docile e pronto», il cammino che porta alla gioia e alla vita della Pasqua, lasciandosi guidare dall’esempio stesso di Gesù, che «fu condotto dallo Spirito nel deserto». Proprio l’esperienza del deserto si offre a noi come «momento favorevole» per superare le tentazioni attraverso una preghiera più intensa, l’ascolto prolungato della parola di Dio, il digiuno e «l’esercizio della penitenza e della carità». Esprimiamo quindi il proposito di rimanere fedeli al Signore, perché solo «in Cristo si nutre la fede di chi digiuna, si rianima la speranza, si riaccende l’amore».

MESSA NEL GIORNO

RITI DI INTRODUZIONE

ALL’INGRESSO Cfr  Sal 102 (103), 8. 10. 13

Pietoso e pronto al perdono è il Signore che non ci tratta secondo i nostri peccati, ma, come un padre perdona i suoi figli, così è pietoso con noi il nostro Dio. Nel suo amore, che a tutti è vicino, cerchiamo rifugio per celebrare con gioia la pasqua del nostro Salvatore.

ATTO PENITENZIALE

Fratelli e sorelle, iniziando con impegno rinnovato il cammino della Quaresima, disponiamo il nostro spirito al pentimento e, riconoscendoci bisognosi del perdono del Signore, invochiamo la sua infinita misericordia.

(pausa di silenzio)

Tu che guidi e sostieni il nostro cammino nel deserto dell’esistenza: Kyrie, elèison.

Kyrie, eléison.

Tu che sei stato messo alla prova e vieni in aiuto a quanti subiscono la tentazione: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Tu che, in questo tempo santo, ci inviti a purificare il cuore e la vita con sollecitudine più premurosa: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen.

Non si dice il Gloria.

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA

Preghiamo.

Assisti, o Dio di misericordia, la tua Chiesa, che entra in questo tempo di penitenza con animo docile e pronto, perché, liberandosi dall’antico contagio del male, possa giungere in novità di vita alla gioia della Pasqua. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

LETTURA Is 58, 4b-12b

Questo è il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique.

Lettura del profeta Isaia.

Così dice il Signore: «Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!». Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni».

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio

SALMO Sal 102 (103)

Misericordioso e pietoso è il Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,

lento all’ira e grande nell’amore.

Non è in lite per sempre,

non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati

e non ci rapaga secondo le nostre colpe. R.

Quanto il cielo è alto sulla terra,

così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;

quanto dista l’oriente dall’occidente,

così egli allontana da noi le nostre colpe.

Come è tenero un padre verso i figli,

così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R.

Egli sa bene di che siamo plasmati,

ricorda che noi siamo polvere.

Ma l’amore del Signore è da sempre,

per sempre su quelli che lo temono,

e la sua giustizia per i figli dei figli,

per quelli che custodiscono la sua alleanza

e ricordano i suoi precetti per osservarli. R.

EPISTOLA 2Cor 5, 18 – 6, 2

Lasciatevi riconciliare con Dio.

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.

Fratelli, tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. gli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito

e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

Parola di Dio.Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO Cfr  Mt 4, 4

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Non di solo pane vive l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

VANGELO Mt 4, 1-11

I quaranta giorni di digiuno osservati da Gesù.

Lettura del Vangelo secondo Matteo.

Gloria a te, o Signore

In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei il Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore. Lode a te, o Cristo

DOPO IL VANGELO Cfr  2Cor 6, 2-7

Ecco: ora è il tempo propizio, ecco: ora è il giorno della salvezza. Prepariamoci con molta pazienza, con molte rinunce, con armi di giustizia, per grazia di Dio. Nessuno si faccia trovare, nel giorno di redenzione, ancora schiavo del vecchio mondo di peccato.

PREGHIERA UNIVERSALE

Fratelli e sorelle, la voce dello Spirito ci invita a seguire Gesù nel deserto della quaresima: con cuore libero, eleviamo le nostre suppliche a Dio, Padre di misericordia, perché accompagni il nostro cammino verso la Pasqua.

Converti, o Dio, i nostri cuori!

Per la Chiesa ambrosiana, che oggi intraprende il cammino della quaresima, perché, nell’ascolto della Parola di Dio e nell’esercizio della penitenza e della carità, si rinnovi nella giustizia e nell’amore: preghiamo. R.

Per i catecumeni, che nella prossima Pasqua riceveranno il Battesimo, perché dispongano il proprio cuore alla conoscenza e all’accoglienza del mistero di Dio: preghiamo. R.

Per noi, perché, accogliendo l’invito del Signore, ci impegniamo ogni giorno a «camminare nell’amore»: preghiamo. R.

Per papa Francesco, che incontrerà i ragazzi della cresima con i loro educatori. Susciti nei loro cuori un grande entusiasmo per il dono ricevuto e il vivo desiderio di continuare a crescere alla scuola del Vangelo: preghiamo. R.

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA

Perdona, o Dio, le colpe dei tuoi servi e purifica il nostro cuore perché possiamo cominciare con volonterosa letizia i giorni della penitenza quaresimale e meritiamo di ottenere gli aiuti che ti chiediamo con fede. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

LITURGIA EUCARISTICA 

PROFESSIONE DI FEDE

Nel cammino quaresimale siamo chiamati a riscoprire la fonte della nostra vita cristiana: proclamiamo ora il Simbolo degli Apostoli, sintesi della fede che ci è stata trasmessa il giorno del nostro Battesimo.

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio; nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

SUI DONI

Ti offriamo solennemente, o Dio eterno, il sacrificio che inizia la quaresima: fa’ che l’esercizio della penitenza e della carità ci allontani dai nostri egoismi e, purificandoci dalle colpe, ci faccia degni di celebrare la pasqua del Figlio tuo, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

PREFAZIO

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre, qui e in ogni luogo, a te, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

In Cristo Signore nostro si nutre la fede di chi digiuna, si rianima la speranza, si riaccende l’amore. In lui riconosciamo la tua Parola che ha creato ogni cosa, in lui ritroviamo il Pane vivo e vero che, quaggiù, ci sostenta nel faticoso cammino del bene e, lassù, ci sazierà della sua sostanza nell’eternità beata del cielo. Il tuo servo Mosé, sorretto da questo pane, digiunò quaranta giorni e quaranta notti, quando ricevette la legge. Per meglio assaporarne la soavità, si astenne dal cibo; rinvigorito dalla visione della tua gloria, non avvertì la fame del corpo né pensò a nutrimenti terreni: gli bastava la parola di Dio e la luce dello Spirito che in lui discendeva. Lo stesso Pane, che è Cristo, tua vivente Parola, tu ora ci doni alla tua mensa, o Padre e ci induci a bramarlo senza fine.

Per lui, uniti ai cori degli angeli, tutti insieme innalziamo a te l’inno di lode:

Santo, Santo, Santo… 

ANAMNESI

Mistero della fede.

Tu ci hai redento con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo

ALLO SPEZZARE DEL PANE

Cfr  Sap 12, 1; 19, 20c; 15, 1

Come è dolce il tuo spirito, o Signore! Coi tuoi prodigi hai reso grande il tuo popolo, in ogni tempo e in ogni luogo lo hai sostenuto. Tu sei il nostro Signore, soave e fedele, ci attendi con pazienza, disponi con bontà tutte le cose.

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli,…….. 

ALLA COMUNIONE

Camminiamo nell’amore perché Cristo ci ha amato; e godiamo di questo cibo davanti al nostro Dio.

Regni nei nostri cuori la pace di Cristo, che ci ha chiamato a formare un corpo solo.

DOPO LA COMUNIONE

Preghiamo.

Nutriti alla tua mensa, o Dio, ti chiediamo: donaci sempre il desiderio di questo Pane che ai nostri cuori incerti dà vigore di eterna sostanza. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

RITI DI CONCLUSIONE

Il Signore sia con voi.

E con il tuo Spirito. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

———————————————————————————————————–

CENTRO STUDI BIBLICI “G. VANNUCCI”

Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM

GESU’ DIGIUNA PER QUARANTA GIORNI NEL DESERTO ED E’ TENTATO -

Mt 4,1-11

La prima domenica di quaresima si apre con il vangelo di Matteo che presenta le tentazioni del Cristo.

Sono tre tentazioni. Il numero tre significa quello che è completo, quello che è definitivo. Quello che adesso leggeremo non è un episodio dell’esistenza di Gesù, ma l’evangelista vuol farci comprendere che in tutta la vita Gesù fu sottoposto a queste tentazioni, o a queste seduzioni.

Ma vediamo cosa ci dice l’evangelista. “Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo”. Con il termine “allora”, l’evangelista allaccia questo episodio a quello che lo precede, il battesimo di Gesù, quando Gesù ha ricevuto lo Spirito del Padre, il Padre lo riconosce come suo figlio perché Gesù manifesta il suo desiderio, il suo impegno di renderlo presente come amore per l’umanità. Conseguenza di questo impegno di Gesù, lo Spirito conduce Gesù nel deserto. Il termine

deserto” richiama almeno tre cose:

-l’esodo, la liberazione del popolo dalla schiavitù egiziana

-Durante questo esodo ci fu un periodo di tentazioni e prove alle quali Dio sottopose il suo popolo.

-il deserto era anche il luogo dove si radunavano tutti quelli che volevano conquistare il potere, con delle sommosse, con delle rivolte.

Per essere tentato dal diavolo”. Il verbo “tentare” nel vangelo è applicato ai farisei, ai sadducei, ai dottori della legge nella controversia con Gesù, e Gesù, ad ognuna di queste tentazioni, i farisei, i sadducei, i dottori della legge, risponde con citazioni della scrittura, esattamente come l’evangelista ci anticipa qua. Il termine “tentazione” ha una connotazione negativa; in realtà il diavolo – come vedremo

non tenta Gesù affinché compia qualcosa di negativo o azioni peccaminose. Nulla di tutto questo.

Il diavolo non si presenta come un nemico, come un rivale di Gesù, ma come un suo alleato che lo vuole aiutare nella realizzazione del suo programma. Pertanto, più che di tentazioni, dovremmo parlare di seduzioni del diavolo. Il diavolo appare soltanto in questo episodio in tutto il vangelo di Matteo.

Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti”, l’evangelista ci tiene a sottolineare che quello di Gesù non è il digiuno religioso che serviva per ottenere il perdono o la benevolenza da parte del Signore.

Il digiuno religioso iniziava all’alba e terminava al tramonto; il fatto che l’evangelista sottolinei che ha digiunato quaranta giorni e quaranta notti, significa che non è un digiuno religioso.

E’ una prova di forza come quella che ha fatto Mosè prima di ricevere le tavole dell’alleanza. “Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei il figlio di Dio»”. Il tentatore non mette in dubbio la figliolanza divina di Gesù, che nel battesimo è stata confermata dalla voce del Padre che ha detto: “Tu sei mio figlio”, questa espressione del tentatore “Se tu sei il figlio di Dio”, quindi non è un dubbio, ma significa “giacché sei figlio di Dio”, giacché sei figlio di Dio usa le tue capacità a tuo vantaggio.

Infatti, “«Dì che queste pietre diventino pane»”. La prima tentazione è usare le proprie capacità per il proprio vantaggio. Ma Gesù non userà le proprie capacità a proprio vantaggio, ma per il vantaggio degli altri. Sarà Gesù che si farà lui pane per gli altri. E Gesù risponde: “«Sta scritto: ‘Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio’»”.

Queste tre tentazioni si rifanno a tre episodi conosciuti nel libro dell’Esodo, tre prove alle quali Dio ha sottoposto il suo popolo nel deserto e questa è la prova della manna. Cosa vuol dire Gesù citando questo testo del libro del Deuteronomio, capitolo 8 versetto 3? Come i padri del deserto, ascoltando la parola, sono stati sfamati con la manna, tanto più il nuovo popolo, la nuova liberazione di Gesù, ascoltando la sua parola, sarà sfamato.

Gesù non compirà un gesto prodigioso per sfamare la propria fame, ma la sua parola aiuterà quanti lo accolgono e quanti lo seguono a condividere il pane con gli affamati.

Allora il diavolo lo portò nella città santa”, cioè Gerusalemme, “lo pose sul punto più alto del tempio”.

Perché questo particolare? Perché in un apocrifo, il IV Libro di Ezra, si pensava che il messia, che nessuno conosceva, si sarebbe manifestato improvvisamente apparendo nel punto più alto del tempio, nel pinnacolo. Quindi è l’aspettativa del popolo. Allora il diavolo, che si mostra come aiutante di Gesù, dice “Fai quello che il popolo s’attende, fai quello che il popolo desidera, anzi dagli un tocco di più”.

E gli dice per la seconda volta: “«Se tu sei figlio di Dio»”, cioè “giacché sei figlio di Dio”, “«Gettati giù»”, cioè mostrati come la gente aspetta nel punto più alto del tempio, ma dai un tocco di forza straordinario che faccia comprendere che tu sei veramente il figlio di Dio. “Gettati giù”, e poi il diavolo cita il salmo. In questa contrapposizione tra botta e risposta attraverso citazioni scritturistiche, l’evangelista ci vuol far comprendere che appunto non è un episodio quello che lui sta raccontando, ma in tutta la vita Gesù sarà contrastato dai farisei, dagli scribi, dagli anziani, che penseranno di avere la scrittura dalla loro parte per bloccare o per inibire l’azione di Gesù.

E infatti cita il salmo 91, versetti 11-12, “«Ai suo angeli darà ordini a tuo riguardo …»”, cioè sfida il Signore e poi fidati di lui.

Questa tentazione la ritroveremo poi in bocca ai sommi sacerdoti, agli scribi e agli anziani, al momento della crocifissione di Gesù “Se sei il figlio di Dio”, giacché sei il figlio di Dio, “scendi dalla croce”, cioè manifesta un Dio di potere. Gesù rispose: “«Sta scritto anche: ‘Non metterai alla prova il Signore Dio tuo’»”.

Anche questo è un brano della scrittura, il libro del Deuteronomio, capitolo 6 versetto 16, ed è l’episodio di Massa, una delle tentazioni del popolo nel deserto, quando il popolo si chiese “Ma Jahvè è in mezzo a noi, sì o no?” Quindi il popolo dubitò della presenza del Signore. Gesù ha piena fiducia nel Padre e non ha bisogno di invocare interventi esterni straordinari che confermino questa fiducia.

Di nuovo”, ecco qui la traduzione non esatta, perché qui dice, “Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo”, non ce l’ha mai portato, quindi non può essere tradotto con “di nuovo”. Il termine greco va tradotto esattamente con “questa volta”. Questa tentazione è diversa dalle altre, le due precedenti sono stati precedute dall’affermazione “Giacché sei il figlio di Dio”, se sei il figlio di Dio, quindi in conseguenza delle capacità e della potenza per essere figlio di Dio, per questa il diavolo non mette in ballo il fatto della figliolanza divina perché è una tentazione che è adatta ad ogni uomo.

Allora “Questa volta il diavolo lo portò sopra un monte altissimo”. Perché il monte altissimo? Nell’antichità il monte era il luogo della residenza degli dei e indicava la condizione divina. Quindi il diavolo offre a Gesù di possedere la condizione divina. Va ricordato che, a quell’epoca, tutti quelli che detenevano un potere, avevano la condizione divina. Il faraone era un Dio, l’imperatore era figlio di Dio.

Quindi tutti coloro che detenevano il potere avevano la condizione divina e il diavolo offre a Gesù la condizione divina. Come?

Gli mostrò tutti i regni e la loro gloria”, cioè la loro ricchezza, “e gli disse: «Tutte queste cose ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai»”. Cioè il diavolo propone a Gesù la condizione divina adorando il potere per dominare il mondo. “Allora Gesù gli rispose: «Vattene satana!»” Lo chiama satana, il nome ebraico.

L’evangelista vuol far comprendere che queste sono le tentazioni che a Gesù vengono dal suo popolo. “«Sta scritto infatti: ‘Il Signore Dio tuo adorerai: a lui solo renderai culto’»”. Anche questa volta è una citazione della scrittura, dal libro del Deuteronomio, capitolo 6 versetto 13, dove il Signore mette in guardia il suo popolo dal pericolo dell’idolatria entrando nella terra di Cana.

Per Gesù il potere è idolatria. Gesù è figlio di un Dio amore che si esprime attraverso il servizio, mentre il diavolo è immagine del potere che domina le persone. “Allora il diavolo lo lasciò ed ecco gli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”.

Gesù ottiene la protezione degli angeli rifiutando la tentazione. Queste tentazioni di Gesù, come abbiamo detto all’inizio, non sono un episodio isolato della sua esistenza, ma l’evangelista ci anticipa tutto quello che accadrà per tutta la vita di Gesù, continuamente sedotto dal prendere il potere, perché era questo che il popolo si aspettava.

E, quando il popolo s’accorgerà che Gesù non è un messia di potere, lo rifiuterà e lo ucciderà.