11/12/2016

V DOMENICA DI AVVENTO – Il Precursore

Anno A-Rito Ambrosiano

Introduzione

«Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui»: al centro di questa Domenica è la missione di Giovanni il Precursore. Egli è la «voce» che annuncia la «Parola», ne è il testimone e si pone al suo servizio.

La liturgia è invito ad affrettare il nostro cammino, perché «la nostra redenzione è vicina […]; appare la liberazione promessa e spunta la luce e la gioia dei santi». La predicazione del Precursore del Signore infonde in noi una rinnovata speranza nell’iniziativa di Dio e risuona come un richiamo al dovere della vigilanza: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».

LITURGIA VIGILIARE VESPERTINA

 VANGELO DELLA RISURREZIONE

Gv 21, 1-14

Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Giovanni.

Dopo questi fatti, il Signore Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Cristo Signore è risorto!

Rendiamo grazie a Dio!

MESSA NEL GIORNO

RITI DI INTRODUZIONE

ALL’INGRESSO Cfr  Sal 79 (80), 2-4.  15

Rivélati, o tu che siedi sui cherubini! Manifesta la tua potenza e vieni, Signore, a salvarci. Volgiti a noi, o Dio onnipotente, guardaci dal cielo e vieni, Signore, a salvarci.

ATTO PENITENZIALE

Fratelli carissimi, l’Avvento è tempo di attesa gioiosa e di piena speranza. Con fede apriamo il nostro spirito al penti­mento: le nostre colpe meritano condanna, ma il Signore, nella sua bontà, è il Dio che accoglie e perdona.

(pausa di silenzio)

Tu che sei stato annunciato da Giovanni e ti sei fatto uomo per salvarci: Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Tu che sei la pienezza di verità e di grazia: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Tu che vuoi essere tutto in tutti: Kyrie, eléison.

Kyrie, eléison.

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Amen.

(non si dice il GLORIA)

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA

Preghiamo.

Guarda, o Dio, dal cielo il tuo popolo e vieni; tu che hai dato principio all’azione di salvezza conducila a compimento accrescendo in noi la fede e l’amore per te, nostro Signore e nostro Dio, che vivi e regni con il Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

LETTURA Mi 5, 1; Ml 3, 1-5a. 6-7b

E tu, Betlemme di Èfrata! Manderò un mio messaggero a preparare la via.

Lettura del profeta Michea.

Così dice il Signore Dio: «E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti.

Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani. Io mi accosterò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto.

Io sono il Signore, non cambio; voi, figli di Giacobbe, non siete ancora al termine. Fin dai 

tempi dei vostri padri vi siete allontanati dai miei precetti, non li avete osservati. Tornate a me e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti».

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

SALMO Sal 145 (146)

Vieni, Signore, a salvarci.

Il Signore rimane fedele per sempre,

rende giustizia agli oppressi,

dà il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri. R.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto,

il Signore ama i giusti,

il Signore protegge i forestieri. R.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,

ma sconvolge le vie dei malvagi.

Il Signore regna per sempre,

il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

EPISTOLA Gal 3, 23-28

La Legge è stata per noi un pedagogo, che ci ha condotti a Cristo.

Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati.

Fratelli, prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO Cfr  Lc 3, 4b

Alleluia. Ecco la voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore. Alleluia.

VANGELO Gv 1, 6-8. 15-18

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Giovanni proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me,

perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo

DOPO IL VANGELO Sof 3, 16-I7a

Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente, per te esulterà di gioia.

PREGHIERA UNIVERSALE

Fratelli e sorelle, ascoltando la voce di Giovanni, che risuona nel deserto dell’esistenza e ci invita a preparare la via del Signore, uniamoci nella preghiera di intercessione.

Vieni, Signore Gesù!

Per la Chiesa, perché, guidata dallo Spirito Santo, sappia rendere testimonianza alla verità e suscitare nei cuori autentici sentimenti di carità fraterna: preghiamo. R.

Per le famiglie, perché, ricerchino in Cristo il significato della loro esistenza e non dimentichino mai la loro missione a sostegno della vita: preghiamo. R.

Per noi, che nel Battesimo siamo diventati figli di Dio, perché sappiamo portare nel mondo frutti di bontà, giustizia e verità: preghiamo. R.

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA

Sii vicino, o Dio onnipotente, a chi ti aspetta con cuore sincero; a chi si sente tanto fragile e povero dona la forza e la ricchezza della tua carità inesauribile. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

LITURGIA EUCARISTICA 

PROFESSIONE DI FEDE

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,

(Alle parole «e per opera dello Spirito Santo… si è fatto uomo», tutti si inchinano.)

e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen. 

SUI DONI

Degnati di accogliere le nostre offerte, o Dio, che nel tuo Figlio ci hai dato il perdono e la pace; conserva nella nostra comunità un amore concorde e fraterno. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

PREFAZIO

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, renderti grazie, o Dio, e lodarti con cuore esultante.

La nostra redenzione è vicina, l’antica speranza è compiuta; appare la liberazione promessa e spunta la luce e la gioia dei santi.

Per questi doni di grazia, uniti ai cori degli angeli, eleviamo insieme l’inno di lode: Santo, Santo, Santo… 

ANAMNESI

Mistero della fede.

Annunziamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.

ALLO SPEZZARE DEL PANE

Il Salvatore sta per venire nello splendore della sua gloria: teniamoci pronti ad accogliere il regno di Dio.

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli,…….. 

ALLA COMUNIONE

Cfr  Sal 39 (40), 2-3; Tb 5, 13; Lc 21, 28

Ho sperato nel Signore, egli mi ha ascoltato; ecco: la nostra salvezza è vicina. Ha dato ascolto al mio grido, ha reso sicuri i miei passi.

DOPO LA COMUNIONE

Preghiamo.

Conduci, o Padre, con te alla dimora eterna la tua famiglia che nel convito di salvezza già gusta la gioia della tua presenza. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

RITI DI CONCLUSIONE

Il Signore sia con voi.

E con il tuo Spirito. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

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Traccia di comprensione per MI 5,1. Ml 3,1-5a.6-7b; Gal 3,23-28; Gv 1,6-8.15-18

don Raffaello Ciccone

V domenica T. Avvento (Anno A) 

Lettura del profeta Michea 5,1. Ml 3,1-5a.6-7b

La prima lettura è costituita da due frammenti uniti insieme: il primo è tolto dal

profeta Michea, costituito da un solo versetto, il secondo dal profeta Malachia.

Michea 5,1

Al tempo di Michea la situazione economica e politica di Israele sta soffrendo

violenza e corruzione. Dai giudici dei tribunali, dai sacerdoti e dai profeti il popolo

si aspetterebbe giustizia, senso religioso e sobrietà e invece il popolo si sente

perseguitato dalla prepotenza di una minoranza e dalle classi dirigenti che sfruttano i poveri. Il re Ezechia è un buon uomo, ma troppo debole. In questo contesto Michea annuncia la profezia di speranza: sta per nascere colui che dominerà Israele, e proprio in un paese insignificante, il villaggio di Betlemme. Gli oppressi dovrebbero ricordarsi che alcuni secoli prima, a Betlemme, era nato il re Davide: da pastorello, Dio lo aveva posto in un nuovo regno e lo aveva trasformato in grande sovrano.

Ml 3,1-5a. 6-7b

Il seguito di questa prima lettura è costituito dalla profezia di Malachia che

preannuncia la venuta di Gesù.

Anche nel contesto di Malachia ci ritroviamo in un tempo di grande decadenza

(siamo attorno all’anno 450 a.C.). Il popolo si lamenta anche perché trova una grave contraddizione tra la propria convinzione religiosa e l’esperienza. La convinzione, che si direbbe avvalorata dalla visione della vita, è garantita nel versetto del Salmo 37,25: “Sono stato fanciullo ed ora sono vecchio, non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli mendicare il pane”; ma l’esperienza mette, ogni giorno, sotto gli occhi, l’oppressione dei poveri da parte dei ricchi che prosperano, mentre il Signore non interviene.

Il Signore promette attraverso il profeta: “Manderò il mio messaggero e dopo di lui

un secondo e misterioso personaggio chiamato: “il Signore”, “l’angelo dell’Alleanza”, “il Signore dell’universo” (v 1).

Egli entrerà nel tempio e, come fuoco e come lisciva, purificherà i figli di Levi (v 3).

È importante questo richiamo alla purificazione del tempio che fa sorgere la

coscienza nuova di un popolo. Gesù si lamenterà dei sacerdoti e della classe

dirigente che avevano ridotto il tempio a “spelonca di ladri” (Mc 11,17).

La comunità cristiana rilegge la venuta di Gesù come una presenza nuova di Dio che porta fuoco e purificazione: la Parola e lo Spirito.

È chiaro che questo testo riconduce ad una riflessione sul nostro rapporto con Dio

nella Chiesa: nella chiesa come celebrazione dell’Eucaristia e nella chiesa come

presenza del popolo credente.

Se è pur vero che l’Eucaristia è carica di segni, questi segni vogliono manifestare una presenza nuova, ricca dei doni di Gesù: la Parola e lo Spirito dovrebbero aiutarci a preparare noi stessi come credenti che vivono nel mondo, rinforzati da forza nuova, dalla chiarezza dell’entusiasmo, dalla libertà interiore.

Fa tenerezza la conclusione di questo brano in cui si esprime la nostalgia di un

incontro e la difficoltà di dialogare nei rapporti con Dio: «”Tornate a me e io tornerò

a voi”, dice il Signore degli eserciti».

Anche a noi viene rivolto lo stesso invito.

Lettera di san Paolo apostolo ai Galati 3, 23-28

Paolo, molto critico rispetto alla legge ebraica, ricorda, tuttavia, il senso profondo di un dono che, scritto da Dio, ha il compito di essere come un pedagogo. Il pedagogo era lo schiavo che si occupava dei figli di minore età del padrone, li conduceva a scuola per affidarli al maestro e aveva il compito di sorvegliare, preservare, mettere in guardia. La legge perciò ha svolto un compito prezioso, non si è contrapposta alla promessa che Dio ha fatto ad Abramo, unilaterale, dipendente da Dio e quindi stabile. Ma la legge ha mostrato i suoi limiti con la fede.

Giunti alla maggiore età, siamo diventati figli autonomi e liberi nella casa del Padre.

Con il battesimo siamo stati “rivestiti di Cristo”. E a Cristo appartengono tutti i

credenti senza discriminazione. Qualsiasi differenza sussista nei diversi ambiti

(sessuale, sociale, civile, religioso) diventa irrilevante nell’ottica della identità nuova che viene conferita a chi diventa “uno in Cristo Gesù”. Perciò le divisioni sociali e religiose non ci sono più in Cristo: giudei e pagani sul piano religioso; schiavo e libero, dal punto di vista dei diritti civili e sociali; maschio e femmina sul piano dell’identità di genere.

Noi, attraverso Gesù, raggiungiamo la maggiore età e una preziosa grandezza e uguaglianza agli occhi di Dio e quindi agli occhi di ogni umanità.

Essere figlio di Dio, appartenere a Cristo, vuol dire ricevere la promessa fatta ad

Abramo, promessa di vita e di benedizione per tutti coloro che riconoscono in lui il

benedetto da Dio, cioè colui che è capace di promuovere la vita non solo della sua famiglia, ma delle nazioni del mondo.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 1,6-8. 15-18

Il testo del Vangelo di Giovanni riprende la figura del Battezzatore sulle rive” del

Giordano. La prima “parte” (1,6-8). presenta il ministero di Giovanni Battista in

termini di testimone del Verbo (la Luce), così come è presentato nel prologo.

La seconda parte (1,15-18) ricorda il primo dei tre giorni in cui è collocata (nel IV

Vangelo) la testimonianza storica del Battista rispetto a Gesù.

– Giovanni (significa: “Dio è clemente”) è un uomo mandato da Dio. Viene espressa la missione che ha origine divina e che è stata già significata dall’imposizione del nome fin dalla nascita.

– Testimone/testimonianza: Giovanni è testimone. (Nei vv.7-8 viene ricordato 3 volte il termine testimone/testimonianza per richiamare il valore teologico (e non solo il valore giuridico come se si dovesse parlare davanti ad un tribunale). Infatti, è “una voce” che parla a nome di Dio: testimone di Dio.

– “Cristo, Elia, il profeta” sono le tre espressioni dell’attesa messianica che verranno subito dopo ricordate (1,19 ss). Il Cristo è “il Consacrato” che porta la potenza di Dio. Elia è atteso come il profeta che ritorna vivo alla venuta del Messia (Mc.3, 22- 23-Mt.l7,10-13).

– Il Battista ripeterà per tre volte: “Non sono io né il Cristo, né Elia, né il profeta”

(1,20) per negare ogni presunzione ed ogni grandezza. Qui anticipa: «Era di lui che io dissi: «Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me» (v 15).

E così, solo dopo queste negazioni, arriverà ad un’affermazione umile, ma

coraggiosa e positiva: “lo sono voce di uno che grida nel deserto”.

– v 15: vengono richiamate le precedenze rispetto all’alleanza con Dio. Giovanni

nega di essere lo sposo del popolo dell’alleanza poiché prima di lui qualcun altro, che venga dopo di lui, gli passa davanti. Nel contesto della presentazione, Giovanni ricorda: “Non sono io il Cristo, ma

sono stato mandato davanti a lui. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa, ma l’amico dello sposo, che è presente, ascolta ed esulta di gioia alla voce dello sposo. “Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere, io invece diminuire” (Gv 3,28-30).

– v 16: nel richiamo della luce, essa viene contemplata nel Verbo di Dio (v 14:

contemplare la gloria) e viene ricevuta. La comunità cristiana è testimone di questa esperienza di Gesù che porta la grazia attraverso l’amore di pienezza che Egli ha donato. Essa esprime una professione di fede in ciò che Gesù ha portato. Si potrebbe dire che “grazia su grazia” è la pienezza, il rapporto che Dio ha iniziato con la creazione, con Abramo, con Mosé sul Sinai ed ora completa con Gesù: è la pienezza di vita.

– v 17: viene qui contrapposta la Legge che fu un patto bilaterale tra Dio e il suo

popolo con la grazia e la verità totalmente gratuiti. La legge è stata offerta da Dio

attraverso Mosé, e attraverso Gesù diventano realtà la grazia e la verità, cioè la

rivelazione perfetta e la salvezza, aperte completamente come dono a tutti gli

uomini, solo con Gesù.

– v 18: nell’Antico Testamento è continuamente richiamata l’impossibilità di vedere il volto di Dio. Lo stesso Mosé si sentì dire: “non potrai vedere il mio volto perché

nessun uomo può vedermi e restare vivo” (Es 33,20). Ma nella coscienza della

comunità cristiana, Gesù, colui che hanno conosciuto, visto, ascoltato e che ha

profondamente conosciuto il Padre, può permettersi di farlo conoscere e di rivelare

la ricchezza di Dio, del suo pensiero, la sua novità: “Tutto ciò che ho udito del Padre, l’ho fatto conoscere a voi” (15,15). In tal modo Gesù ci ha introdotti nel mondo di Dio, nella pienezza, fino al punto da farci diventare figli di Dio.


Tratto da Qumran2.net | www.qumran2.net